Gli studi sulla Mindfulness e sulla sua applicazione in campo clinico evidenziano come il cervello sia modificabile e come, di conseguenza, anche la percezione di noi stessi e della realtà sia altrettanto trasformabile in ogni istante.
Il modello della nostra esperienza di vita non è fisso, immutabile, ma anzi plasmabile attraverso pratiche – come la Mindfulness – mirate a favorire maggiore benessere. Praticando costantemente la meditazione si mette in moto una sorta di riavvio del cervello: si sviluppano maggiore attenzione, lucidità, chiarezza e presenza mentale.
Questo “riavvio” aiuta a sciogliere schemi mentali rigidi, cristallizzati nel tempo, sostituendoli con modelli più flessibili, ricettivi e potenti. Tale aspetto lo aveva già messo in luce Sri Aurobindo, tra i massimi filosofi dell’India moderna, affermando: “Noi siamo i maestri delle cose e non le vittime delle loro reazioni”, intendendo con ciò proprio la capacità di modificare la nostra percezione e la nostra esperienza di vita.
Mese: febbraio 2017
Ascoltare il Cuore
Se non ascoltiamo il cuore, ascolteremo lo schiamazzo del mondo e finiremo per camminare a passo di marcia in una società preda del consumismo, della brama di possesso, della paura e delle preoccupazioni, senza aver vissuto la nostra vita.
Abbiamo una vita da vivere.
Il cuore ha tutte le risposte.
Michael Beckwith
Possiamo fare piccole cose con grande amore
«Vivere come se la vita fosse un’avventura
non significa sforzarsi di compiere grandi cose.
Come diceva Madre Teresa di Calcutta:
“Noi non possiamo fare grandi cose,
ma possiamo fare piccole cose con grande amore”»
Kotarō Hisui
Ri-tornare alla Natura
Quanto più si è sviluppata la conoscenza scientifica, tanto più il mondo si è disumanizzato: l’uomo si sente isolato nel cosmo, poiché non è più inserito nella natura e ha perduto la sua “identità inconscia” emotiva con i fenomeni naturali. Questi, a loro volta, hanno perduto a poco a poco le loro implicazioni simboliche […]
Nessuna voce giunge più all’uomo da pietre, piante o animali, né l’uomo si rivolge a essi sicuro di venire ascoltato.
Il suo contatto con la natura è perduto, e con esso è venuta meno quella profonda energia emotiva che questo contatto simbolico sprigionava.
C.G. Jung (da L’uomo e i suoi simboli)