La mente è una questione di prospettiva.
E’ uno sguardo voltato dall’altra parte rispetto all’amore, al
darsi, al sacro. E’ uno sguardo puntato dall’altra parte rispetto
al divino, uno sguardo che vede ombre che non esistono, se
non perché vengono create da un voltarsi, da un guardare dall’altra
parte. La mente non c’entra con la vera conoscenza: essa
è piuttosto una distrazione, un inganno.
La meditazione è attenzione.
Quando ti siedi a meditare sul corpo o sul respiro devi per
prima cosa dissociarti da tutto ciò che la tua mente pensa sia
un corpo o un respiro. Quindi devi cercare di fare un’esperienza
empatica, diretta del corpo e del respiro. Inevitabilmente ti accadrà
di scoprire che essi non sono nulla di ciò che pensavi che
fossero, allora, il tuo cammino ha inizio.
E’ inarrestabile, irreversibile, perché la mente contiene un meccanismo di autodistruzione,
si chiama ricerca della verità. Una volta che l’hai azionato sei libero; te ne accorgi a gradi di intensità sempre più crescenti, mano a mano che il meccanismo che dissolve l’inganno
mentale procede.
Estratto dal libro “Mindfulness Immaginale” (Edizioni Mediterranee)
