Meditazione e “fare anima”

La meditazione è un processo del “fare anima”.

Con questa espressione intendiamo la possibilità di riassorbire gli eventi o ritirare le proiezioni, vale a dire riportare ogni evento, cosa, luogo, persona con la quale siamo venuti a contatto, alla sua reale origine, la quale è sogno, immagine, proiezione.

Il processo del “fare anima” è un procedimento di lucida visione, di chiara consapevolezza.

Il cammino che libera dall’inganno della coscienza ha inizio con una presa di consapevolezza dello stato dei fatti, e cioè che tutto è anima.

[…]

La meditazione è attenzione.

Quando ti siedi a meditare sul corpo o sul respiro devi per prima cosa dissociarti da tutto ciò che la tua mente pensa sia un corpo o un respiro.

Quindi devi cercare di fare un’esperienza empatica, diretta del corpo e del respiro. Inevitabilmente ti accadrà di scoprire che essi non sono nulla di ciò che pensavi che fossero; allora, il tuo cammino ha inizio.

È inarrestabile, irreversibile, perché la mente contiene un meccanismo di autodistruzione, si chiama ricerca della verità. Una volta che l’hai azionato sei libero; te ne accorgi a gradi di intensità sempre più crescenti, mano a mano che il meccanismo che dissolve l’inganno mentale procede.

… continua tra le pagine del libro “Mindfulness Immaginale
di Selene Calloni Williams e Silvia C. Turrin

Mindfulness Immaginale

Essere nel momento presente

Qui e Ora


Quando si comincia a praticare, il nostro passato, qualunque esso sia stato, il dolore e la sofferenza che ha comportato, tutto questo diventa la base da cui partire per stare nel momento presente con consapevolezza, equanimità, chiarezza e sollecitudine.

Abbiamo bisogno del nostro passato; rappresenta l’argilla non ancora cotta nella fornace sul tornio del vasaio.

Il lavoro e l’avventura di tutta una vita è quello di non rimanere intrappolati né nel passato, né nelle nostre idee e concetti, ma di rivendicare l’unico momento che abbiamo veramente, che è sempre questo.

*Jon Kabat-Zinn


Cibo, consapevolezza e mantra – Prima parte

Vivere con attenzione cosciente è un modo meraviglioso per assaporare le bellezze dell’esistenza. La presenza mentale ci aiuta a osservare e a capire il mondo con lucidità, senza giudizio, e con chiarezza, e ci permette altresì di capire, vedere e sentire l’importanza “delle piccole cose”. La Mindfulness ci insegna a portare l’attenzione cosciente nelle attività quotidiane. Nulla è considerato scontato, né un’abitudine. Nemmeno l’atto del mangiare.

Mindfulness e cibo

Un modo molto semplice e pratico per addestrarsi a sviluppare l’attenzione cosciente è proprio attraverso l’atto del mangiare. Partire da qui ha molti vantaggi. Mangiare è una necessità quotidiana ed è un atto tutto sommato semplice, familiare, che non richiede una speciale preparazione. Ma c’è un “ma”: ognuno di noi ha bisogno di nutrirsi, eppure, molte persone, vivono questo momento, così importante da più punti di vista, in modo distratto e automatico. C’è chi guarda lo schermo di una televisione accesa, o lo smartphone; c’è chi mangia senza nemmeno percepire davvero il sapore del cibo e chi rimane assorto in qualcos’altro che può essere una conversazione, un libro, o una serie di pensieri…

Se ci si nutre in modo distratto, senza nemmeno essere consapevoli del cibo che si ingerisce, si rischia di vivere il sacro atto del mangiare come un momento privo di valore. Ma di valore ne ha, eccome, perché il nostro organismo fisico e, possiamo aggiungere, anche quello energetico e spirituale, trae forza, nutrimento e vitalità proprio da ciò che ingeriamo.

Come dare valore all’atto del mangiare

Possiamo valorizzare l’atto del mangiare in due fasi.

La prima fase avviene mentre prepariamo e cuciniamo il cibo.

La seconda fase avviene mentre siamo comodamente a tavola, davanti al nostro cibo preparato con amore.

Vediamo la prima fase.

Ascoltare e cantare Mantra

Mentre prepariamo e cuciniamo il cibo possiamo ascoltare e cantare Mantra.

I Mantra sono sillabe, parole, frasi molto potenti, cariche di vibrazioni positive. Tutto è energia – come ha confermato anche la fisica quantistica – e anche i Mantra infondono flussi energetici altamente benefici per il corpo, per la mente e per l’anima. I Mantra infondono Pace interiore, nonché sensazioni ed emozioni positive. Preparando e cucinando il cibo mentre si ascoltano e cantano Mantra trasmettiamo agli alimenti energie d’armonia e di serenità.

Quali Mantra utilizzare

I Mantra più potenti sono quelli che affondano nelle tradizioni buddhista e induista: OM, SO HAM, GAYATRI MANTRA sono solo alcuni esempi di Mantra carichi di vibrazioni potenti e benefiche. Ascoltarli ci aiuta in questo processo di “imprinting energetico”.

OM, AUM, SO HAM, nell’accompagnare il rituale della preparazione del cibo, infondono Amore, protezione. Questi Mantra sono come una carezza e un balsamo per il cibo e per l’anima. Attraverso essi viviamo questa fase di preparazione del cibo come un atto sacro. Lo viviamo in piena consapevolezza, avvolti da vibrazioni positive che penetrano in noi e negli alimenti. La sacralità sprigionata dai Mantra ci porta a sentirci parte di una dimensione molto più vasta, percepiamo l’unione tra noi e il Tutto.

Il Mantra OM ci invita a percepire il divino dentro di noi, scioglie paure, attaccamenti, e ci libera dalla gabbia dell’io, per abbracciare uno spazio molto più vasto. Il Mantra OM purifica lo spazio attorno a noi e dentro di noi, purifica la mente dai pensieri disturbanti, infonde equilibrio e vitalità.

Il Mantra AUM, in Tibetano, è considerato il suono primordiale che ha dato origine alla creazione. È un Mantra potente, sacro, simbolo dei vari aspetti del Buddha: la “A” rappresenta il Corpo, la “U” la Parola e la “M” la Mente.

Ascoltando quindi il Mantra AUM entriamo in risonanza con il corpo, la parola e la mente avviando un processo di ri-armonizzazione e di purificazione energetica. Preparare il cibo ascoltando e cantando il Mantra AUM, secondo l’antica tradizione Tibetana, si entra in contatto con la sorgente di tutta la Creazione. Creiamo una sorta di ponte invisibile tra la materia e la dimensione spirituale.

Affiniamo dunque l’attenzione cosciente anche attraverso l’atto sacro del mangiare. Ascoltiamo i Mantra e rimaniamo immersi nelle loro vibrazioni benefiche, portando questa risonanza terapeutica anche al nostro cibo e al momento durante il quale lo condividiamo coi nostri cari.

Silvia C. Turrin

foto in evidenza in homepage: Maarten van den Heuvel

La Luce del nostro maestro interiore

In queste giornate imbiancate e purificate dalla neve ri-scopriamo la bellezza del momento presente, comprendendo che è già dentro di noi la Luce del nostro maestro interiore.

Come disse il Buddha storico a chi lo ascoltava:

Non lontano di qui devi cercare:
i cieli più sublimi a cosa serviranno?
QUI, in questa presente aggregazione,
nel tuo proprio corpo tutto troverai

Per riconnettersi alla Luce del nostro maestro interiore suggeriamo di praticare mattino e sera la Meditazione Anapanasati e durante il giorno il Satipatthana (la meditazione di consapevolezza e della presenza mentale).

Om Shanti

Silvia e Alberto