La Mindfulness Immaginale integra in maniera armoniosa la meditazione buddhista, le conoscenze dello yoga sciamanico e l’approccio immaginale. In questo contesto, la parola Mindfulness si allinea in modo specifico con il termine Sati, che in pali (il linguaggio usato dal Buddha storico) significa “consapevolezza”, ovvero “attenzione cosciente”.
La Mindfulness Immaginale si ispira ai principi basi della tradizione Theravāda, che è la corrente più antica del buddhismo, poiché si ritiene esprima gli insegnamenti originari del Buddha. Pur ispirandosi a ciò, la Mindfulness Immaginale è ancorata al mondo occidentale per il tramite dell’approccio immaginale, a sua volta collegato alla psicologia analitica di C.G. Jung e alla psicologia archetipica di James Hillman.
Gli effetti positivi della pratica
La Mindfulness Immaginale si è rivelata e si rivela una pratica straordinariamente efficace per gli occidentali che vogliono avvicinarsi alla meditazione, poiché ne semplifica l’applicazione e ne potenzia i benefici. In questi ultimi anni, innumerevoli sono state le conferme scientifiche a sostegno della tesi secondo cui la pratica della meditazione sia in grado di conferire grandi benefici psicologici e fisici, che vanno ben oltre la semplice riduzione dello stress.
La Mindfulness Immaginale è molto apprezzata non solo dagli assoluti neofiti, ma anche da chi può ritenersi esperto di meditazione. Infatti, chi già conosce la meditazione, si ritrova facilmente nella Mindfulness Immaginale poiché essa mette particolare cura nel preservare l’aspetto intimo, spirituale, sacro e profondo della meditazione.
Se vuoi approfondire la pratica:
raggiungici Sabato 8 ottobre, ore 11.00, a Varese Ligure (SP) per seguire la Conferenza che terrà Silvia dedicata al libro Mindfulness Immaginale. Sarà anche un’occasione per praticare insieme.
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